In questa giornata di campionato, o meglio anche in questo weekend, ci sono stati errori arbitrali piuttosto gravi. Lo scorso anno gli episodi incriminati e tacciati come errori sono stati decisamente ridotti, mentre quest’anno il bilancio è piuttosto negativo.
Come spiegarlo? Semplice. Basta comprendere e aver letto le modifiche del protocollo Var adoperate dall’IFAB per questa stagione sulla scia dei Mondiali in Russia. In particolare seguendo la terminologia solo in presenza di “errore chiaro ed evidente” il direttore di gara viene richiamato dal Var affinché sia possibile passare nuovamente al vaglio l’azione incriminata.
Nel caso più eclatante della giornata di ieri, ossia il penalty negato al Bologna per fallo di Troost-Ekong su Svanberg, il direttore di gara Manganiello è stato richiamato dal Var per visionare il contatto in area. Dopo la “on field review”, che pure ha palesato l’azione fallosa, l’arbitro ha ritenuto opportuno non ritornare sui propri passi concedendo il rigore. Un errore grave che evidenzia nuovamente e per l’ennesima volta che la decisione finale spetta all’arbitro, il quale nonostante l’utilizzo del supporto tecnologico ha sbagliato la valutazione di un possibile episodio chiave.
Altri due episodi sempre della giornata di ieri, che presumibilmente nella scorsa stagione sarebbero passati al vaglio del Var, mentre con il nuovo protocollo non sono apparsi eclatanti. Il primo è il contatto tra Toloi e Chiesa in occasione del penalty concesso alla Fiorentina. Chiesa accentua la caduta, ma l’arbitro non ritiene l’episodio dubbio o meglio non si è in presenza di un errore di valutazione “chiaro ed evidente”. Il Var quindi non interviene e Valeri assegna il rigore per quanto dubbio.
Il secondo episodio è quello del posticipo Sassuolo-Milan. Scontro con ostruzione di Biglia ai danni di Di Francesco proprio sotto gli occhi dell’arbitro Giacomelli, che lascia proseguire perché non reputa l’intervento tale da decretare un rigore. L’ostruzione infatti può rientrare per casistica tra quei falli sì evidenti, ma non chiari.
L’ex arbitro Luca Marelli, nel suo blog e nell’intervista rilasciata per Fox Sports Italia, aveva già messo in guardia circa un utilizzo opinabile della tecnologia che anziché mitigare le polemiche, le accentua a causa di un protocollo che complica una delle questioni più spinose del calcio d’oggi.